Duca
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Bellissima notizia su tutti i quotidiani di questa mattina, io l'ho sentita ieri sera al telegiornale di Canale 5, che ha dato ampio spazio a questa notizia e che merita di esser condivisa con tutti voi del Forum. Finalmente qualcosa di bello e buono tra le tante notizie angoscianti di questi ultimi giorni. Un bambino ha coniato un nuovo termine "petaloso".
Da Il Secolo XIX
Ferrara - Avrebbe potuto segnare l’errore con una matita rossa e dare un voto in meno al suo alunno fin troppo fantasioso, ma Margherita Aurora,maestra delle scuole elementari di Copparo, provincia di Ferrara, ha pensato di chiedere un parere all’Accademia della Crusca, in Italia e nel mondo custode della lingua italiana. Qualche settimana fa, uno dei suoi alunni durante un compito sugli aggettivi definì un fiore «petaloso». «Anche se sbagliata, la parola mi è piaciuta - racconta la maestra -, così abbiamo deciso di mandarla all’Accademia della Crusca per una valutazione».
Ecco la risposta, condivisa dalla maestra su Facebook e subito rimbalzata di bacheca in bacheca: «Caro Matteo, la parola che hai inventato è una parola ben formata e potrebbe essere usata in italiano come sono usate parole nello stesso modo. La tua parola è bella e chiara, ma come fa una nuova parola a entrare nel vocabolario?»
Segue la spiegazione. «Una parola entra nel vocabolario se tante persone la usano e la capiscono e tante persone cominceranno a dire e scrivere “Com’è petaloso questo fiore!” o come suggerisci tu “Le margherite sono fiori petalosi, mentre i papaveri non sono molto petalosi”. Non sono gli studiosi a decidere quali parole nuove sono belle o brutte, utili o inutili. Quando una parola nuova è sulla bocca di tutti (o di tanti) allora lo studioso capisce che quella parola è diventata una parola come le altre e la mette nel vocabolario».
Da Il Corriere della Sera
"Petaloso". Mai sentita questa parola? Probabilmente no, a meno che non vi chiamiate Matteo, o non siate un suo compagno di classe o la sua maestra. Alle scuole elementari Marchesi di Copparo, in provincia di Ferrara, da oggi questo termine — inventato da un bambino di terza elementare — ha assunto un valore molto speciale, visto che l’Accademia della Crusca l’ha valutato «bello e chiaro» rispondendo con una lettera al parere richiesto dalla maestra e dall'alunno. Tutto è nato da un lavoro sugli aggettivi. Il piccolo ha utilizzato la parola come aggettivo per descrivere un fiore. La maestra Margherita Aurora, incuriosita e divertita, ha deciso di inviare il nuovo lemma all'Accademia della Crusca per una valutazione, e la Crusca ha risposto.
«Quando ho letto il compito ho segnato errore — racconta Margherita Aurora al telefono — ma aggiungendo accanto al cerchio rosso che si trattava di un errore bello. La parola mi convinceva, perciò mi è venuta l’idea di chiedere il parere della Crusca. Ho spiegato ai miei alunni che cos'è questo ente, l’abbiamo studiato insieme e poi ho chiesto a Matteo di scrivere la lettera da spedire. Lui me l'ha fatta correggere e ha chiesto a una compagna di classe di ricopiarla in bella grafia. Insomma, un bel lavoro di squadra. Tutto questo succedeva tre settimane fa: ieri, martedì 23 febbraio, è arrivata la risposta e in classe è subito scattato l’applauso».
Anche il primo ministro Matteo Renzi ha riservato un pensiero al caso, twittando con l'hashtag #petaloso: «Grazie al piccolo Matteo, grazie Accademia della Crusca una storia bella, una parola nuova #petaloso». Immediata anche la risposta del ministro dell'Istruzione Stefania Giannini, che ha cinguettato: «Bravo Matteo. La lingua è creatività e luogo di libertà #petaloso @AccademiaCrusca».
La Risposta della Crusca «Caro Matteo – scrive Maria Cristina Torchia, della redazione Consulenza linguistica della Crusca – la parola che hai inventato è una parola ben formata e potrebbe essere usata in italiano come sono usate parole formate nello stesso modo». Alcuni esempi? Peloso (pelo + oso) o coraggioso (coraggio + oso). Una bella soddisfazione, anche per l’insegnante, che ha spiegato: «Per me vale come mille lezioni di italiano. Grazie al mio piccolo inventore Matteo». Perché entri in un vocabolario, bisogna che la usino tante persone» «La tua parola è bella e chiara», continua la Crusca che spiega come fa una parola ad entrare nel vocabolario. «Bisogna che la parola nuova non sia conosciuta e usata solo da chi l’ha inventata, ma che la usino tante persone e tante persone la capiscano. Se riuscirai a diffondere la tua parola fra tante persone e tante persone in Italia cominceranno a scrivere e dire “Com'è petaloso questo fiore!” o, come suggerisci tu, “le margherite sono fiori petalosi, mentre i papaveri non sono molto petalosi”, ecco, allora petaloso sarà diventata una parola dell’italiano, perché gli italiani la conoscono e la usano». E non sarebbe neppure la prima volta, conclude la Crusca, suggerendo (anche alla maestra) la lettura del libro Drilla di Andrew Clemens: «Racconta proprio una storia come la tua, la storia di un bambino che inventa una parola e cerca di farla entrare nel vocabolario». E allora, per dare una mano nell’impresa, su Twitter è stato lanciato l’hashtag #petaloso già condiviso da centinaia di persone.
E se andate in giro per il web, vedrete che questa nuova parola sta già spopolando. Evviva i bambini e la loro fantasia ed immaginazione!!
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